Rome is one of the most famous cities in the world and its dishes are equally as famous. One example is “Pasta all’Amatriciana”, a typical dish you will find in the city’s restaurants and trattorias. This dish can be prepared with different shapes of pasta, like “Spaghetti”, “Bucatini” or “Rigatoni”, but if you want to follow the authentic recipe you must use “Spaghetti”. The sauce’s ingredients are “Guanciale” (prepared from pork jowls or cheeks), “Pecorino” cheese, white wine, tomatoes, pepper and chili pepper. First, sauté the “Guanciale” in an iron pan, then mix in the chili pepper and white wine. As soon as the wine has evaporated, add the tomato sauce. Once fully cooked, add salt, pepper and grated “Pecorino” cheese.

If you are curious about the history of “Amatriciana”, actually you need not to look at Rome, but in the outer north-east area of Lazio (the Roman region). In fact – as it is often the case for the best things – it has a simple and humble origin. It takes its name from the small town of Amatrice, where it was born at the end of the 18th century. Amatrice used to be the home of shepherds who had access to modest but tasty and natural ingredients, the perfect mix to prepare this dish. The shepherds travelled to Rome during the winter period in order to sell their products. While they were there, they shared their recipe with Romans making it popular even in the Italian capital city.

Going back further in the past, we discover that “Amatriciana” was originally called “Gricia” (or “Griscia”) and was prepared without tomatoes. This first recipe was created by the inhabitants of Grisciano, a village in the municipality of Accumuli located in the north-east of Lazio like Amatrice. Eventually, the dish was integrated with tomatoes by the people in Amatrice and the rest is history.

This article was written to honor Amatrice and all the other villages in north Lazio that were shaken and destroyed from a powerful earthquake yesterday, including Accumoli and Arquata.

To all the victims and those involved, we hope to see this truly wonderful area rebuild itself again just like it did in the past after the earthquake in 1639. 

By Giulia Widmann

Amatriciana Solidale

Roma è una delle città più famose al mondo e i suoi piatti non sono certo da meno. Un esempio è la pasta all’Amatriciana, tipica dei ristoranti e delle trattorie della città. La forma di pasta utilizzata nella preparazione di questo piatto varia tra spaghetti, bucatini e rigatoni, ma se si segue la ricetta autentica, sono d’obbligo i primi. Gli ingredienti per il sugo sono invece guanciale, pecorino, vino bianco, pomodoro, pepe e peperoncino. Prima di tutto si fa soffriggere il guanciale in una padella di ferro, aggiungendo poi il peperoncino e il vino bianco. Quando il vino è evaporato, si unisce il sugo al pomodoro e, a fine cottura, sale, pepe e pecorino.

Se siete curiosi di conoscerne la storia, scoprirete che in realtà l’Amatriciana non è nata nella capitale Italiana, ma – come spesso accade per le cose migliori – ha un’origine semplice e umile. Il suo nome deriva da quello di un piccolo paese all’estremo nord-est del Lazio – Amatrice – ed è qui, infatti, che alla fine del XVIII secolo è nata l’Amatriciana. Amatrice era un paese di pastori, che avevano a disposizione ingredienti poveri, ma allo stesso tempo buoni e genuini, perfettamente combinati nella preparazione di questo piatto. Nel periodo invernale, i pastori si spostavano dal nord verso Roma, per vendere I loro prodotti, e hanno diffuso così la loro ricetta nella capitale.

Risalendo ulteriormente nel passato, si scopre che in origine l’Amatriciana si chiamava Gricia (o Griscia) ed era cucinata senza il pomodoro. Questa prima ricetta era stata elaborata dagli abitanti di Grisciano, un paese nel comune di Accumuli, situato a nord-est del Lazio come Amatrice. Il piatto e stato quindi completato da Amatrice con l’aggiunta del pomodoro e ribattezzato con il nome che oggi tutti conoscono.

Quest’articolo vuole essere un modo per ricordare Amatrice e gli altri paesi del nord del Lazio travolti ieri da un terribile terremoto, tra i quali in particolare Accumoli e Arquata.

Un pensiero rivolto a tutte le vittime e alle persone coinvolte, con la speranza di veder risorgere questa meravigliosa zona del Lazio come ha già saputo fare in seguito al terremoto del 1639.    By Giulia Widmann